La scultura di Simone Azzurrini

C'è sempre qualcosa di speciale che contraddistingue un artista. Un dettaglio che lo rende inevitabilmente diverso, unico. Magico. Ed è proprio così che definirei il protagonista della rubrica di questa uscita. Uno scultore, disegnatore, sperimentatore dell'arte e, non meno importante, professore in un liceo artistico.

Simone Azzurrini, se fosse stato un personaggio della fiaba di Peter Pan, lo si sarebbe trovato nel villaggio degli indiani intento a costruire qualcuno dei suoi magici totem. Uno sciamano della terra, capace di cogliere quei movimenti impercettibili della natura e dargli voce e colore.



Non consideratelo solo uno scultore, le sue opere sono molto di più: un'esperienza sensrial a 360°. L'occhio si perde e si ritrova all'interno di geometrie armoniose, attraverso materie variegate, in una riscoperta della nostra più intima e selvaggia natura. Pietra, legno, ferro, oro, ottone, farina, sale, fuoco e neve sono solo alcuni degli ingredienti che utilizza. Al tutto mescola luci e ombre, suoni rubati alla natura, cortecce e carbone. Nelle sue installazioni si può letteralmente entrare, calpestare, ascoltare e odorare l'arte.

Ci racconta dei simposi a cui ha partecipato: convivenze che portano ispirazioni, scambi di idee e di esperienze. Con la luce del sole si lavora e la sera, intorno a un tavolo, questi artisti imparano a conoscersi. Riscoprono il piacere di stare tra "simili". Ed è proprio durante il suo primo simposio, all'ultimo anno di Accademia delle Belle Arti, che scopre la sua strada.

Tra piramidi, uova di fenice e punti cardinali, tutto il suo lavoro evoca sacralità, ascesa verso il cielo, volontà di purificarsi da ciò che è terreno, per confondersi in quel tutto di cui l'universo è intriso. La simbologia è l'unica chiave di lettura e non provate a chiedergli cosa rappresenta un certo soggetto...Perchè chiaramente non rappresenta niente ma può simboleggiare tutto!

Simone Azzurrini